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‘Innovare per crescere’: una sfida che coinvolge sempre più imprese italiane


Gli ultimi progetti formativi erogati a vari Enti Pubblici e imprese private, fanno emergere un significativo dato di fatto: le organizzazioni italiane hanno una gran voglia di crescere e di adattarsi sempre di più allo scenario competitivo, dovendo far fronte ai cambiamenti sempre più veloci che il mercato odierno impone. Diventa così una priorità d'azione quella di porre in essere piani di sviluppo del personale incentrati sulla formazione finalizzata ad accrescere le competenze e ad acquisirne di nuove. In tal senso sembra che l’urgenza maggiore sia quella di apprendere le funzionalità proprie dei nuovi strumenti di produttività per il cloud computing, che permettono altresì di velocizzare la comunicazione aziendale interna, con l’obiettivo di creare una sempre più efficiente rete interna di flussi informativi mirata, quindi, a diffondere informazioni e a rendere, ai dipendenti di un’organizzazione complessa, obiettivi sempre più chiari e condivisi. Ma se sul lato delle nuove tecnologie le esigenze formative delle aziende divengono sempre più particolari e frequenti, anche sul piano delle soft skills si assiste a una vera e propria rivoluzione. In una società sempre più complessa e tecnologicamente avanzata, infatti, anche l’organizzazione si trasforma e a volte può tendere a trascurare il valore intrinseco del capitale umano. Non è semplice infatti adattarsi ad una tecnologia che viaggia così velocemente e che richiede sempre maggiori cambiamenti in pochissimo tempo. La velocità al giorno d’oggi viene vista come un valore in sé, dove chi rallenta potrebbe diventare un’interferenza, un disturbo. Sembra di tornare agli inizi del XX secolo, quando il lavoratore non poteva esplicitare bisogni diversi da quelli connessi alla tecnologia di cui l’azienda si avvaleva, con l’unico scopo di conseguire il miglior risultato, inteso in termini di costi e benefici economici, ritenuti gli unici elementi importanti, senza tenere in considerazione né l’ambiente di lavoro né lo stato di salute del lavoratore. Analoga situazione si verifica oggi con la rivoluzione digitale che spesso genera lo ‘stress- lavoro correlato da tecnologia digitale’ (uno dei corsi di formazione più richiesti), finanche la perdita di tutta una serie di competenze relazionali e comportamentali, che portano a criticità organizzative influenti sul benessere dei lavoratori e dell’intera organizzazione. Ecco perché si profilano nuovi orizzonti anche per la formazione, attraverso percorsi didattici trasversali, che possano consentire al Management di arricchire il capitale delle proprie capacità interne, al fine di potenziare le risorse intangibili e umane, prima che quelle fisiche e finanziarie, anticipando così in maniera ancor più efficace i cambiamenti di un mercato in crescente evoluzione, per incrementare il successo dell’organizzazione a partire dalla felicità delle persone che quotidianamente vi lavorano.


Di Manuel Cifone

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